Chiara Contu Farci

Da dietro le quinte a davanti alla telecamera con le parole

Appassionata di tutto ciò che le permette di vivere un’avventura, Chiara adora il cinema, le serie televisive, la lettura, a tutto tondo. Per questo si è avvicinata sin dagli studi al mondo della scrittura, arrivando poi a lavorare nella pubblicità e come autrice televisiva. QVC è la sua prima esperienza “davanti allo schermo”, arrivata per caso, ed ha scoperto proprio così di saper combattere la sua innata timidezza.


Come sei arrivata in QVC?
Sono arrivata in modo totalmente inaspettato: infatti non avevo mai lavorato prima davanti alle telecamere, ma sempre come autrice e redattrice, sia in pubblicità che in televisione.
Infatti quando sono venuta per il colloquio (non era scritto “provino”, era scritto “colloquio” nella convocazione… oppure l’ho interpretato male io, mi rimane ancora il dubbio) avevo mandato il mio curriculum pensando di continuare a fare il mio lavoro, non avevo idea che stessero cercando una presentatrice.
Quando sono arrivata in sala d’attesa, ha cominciato a venirmi qualche dubbio: la sala era costellata da donne bellissime, visi anche conosciuti del mondo dello spettacolo. Nel momento in cui poi sono entrata a fare il “colloquio”, mi hanno messa davanti alle telecamere, ed è lì che mi hanno spiegato che dovevo prendere qualcosa e provare a venderlo, proprio come in un negozio. Nonostante un attimo di panico, pur di non fare brutta figura ho fatto quello che mi dicevano: ho preso la collana che indossavo, che conoscevo benissimo perché ne avevo curato la campagna pubblicitaria, e ci ho provato.

È stata una bella giornata, ma dopo aver visto quante persone belle e famose si erano presentate al casting, non pensavo di avere possibilità… e invece mi hanno richiamato, ho fatto altri provini e mi sono buttata. Ho pensato “se hanno trovato qualcosa in me, un motivo ci sarà, buttiamoci in questa avventura”. E da lì è iniziata, con grande sorpresa di tutti, compresi parenti ed amici. Nessuno avrebbe mai detto che da poco chiacchierona quale sono mi sarei trasformata in una che non sta zitta un secondo in televisione, quindi è stato tutto molto buffo.

Com’è stato allora il primo impatto con la diretta?
Avendo partecipato allo start up, avevo visto nascere anche fisicamente la struttura (quando siamo venuti il primo giorno qua c’erano i corridoi e il resto era tutto da costruire), e mi sentivo più tranquilla. Eravamo tutti colleghi partiti insieme e affiatati. E poi, in fondo, anche per chi aveva già fatto spettacolo era tutto nuovo, quindi non mi sono sentita fuori posto. La cosa che ha giocato a mio vantaggio è il fatto che ero abituata alle dirette, perché anche come autore dovevo scrivere dei testi al volo, quindi questa cosa non mi spaventava dal punto di vista creativo. Inoltre nello studio non c’è nessuno che mi guarda. Quindi per me il problema del contatto visivo col pubblico, il panico di esser giudicata da chi mi sta guardando lì nell’istante non c’è mai stato. Non vedendo nessuno, ma immaginando solo le persone a casa, è tutto molto molto più semplice… almeno per quanto mi riguarda!
Io sono molto più agitata quando vengono a trovarci i clienti per gli eventi che organizziamo per loro, anziché in studio. E probabilmente si nota perché magari sembro più intimidita. Avendo un background da timida, è più difficile essere in mezzo alle persone.



È emozionante?

Le prime volte assolutamente sì: magari non lo dimostri fisicamente, ma dentro hai lo stomaco chiuso, hai paura che ti manchi la voce, per fortuna le mani non tremano perché abbiamo fatto tanto allenamento prima. Adesso, dopo 4 anni, è un diverso tipo di emozione: non è più l’agitazione “da prestazione”, ma è un’emozione più legata al quotidiano, quindi la scoperta di uno show nuovo, la chiacchierata con una persona con cui magari non hai mai lavorato, la telefonata da casa. Si è trasformato in qualcosa di diverso.

Cosa facevi prima di QVC?
Non ho mai lavorato davanti alle telecamere, sempre dietro.
Sono laureata in Lettere moderne, ho sempre amato molto il cinema e la televisione, per cui all’università mi sono specializzata in quello. Durante l’università ho cominciato in stage in una grossa agenzia di pubblicità come copywriter e lì sono rimasta. Poi mi hanno assunto e sono passata alla prima agenzia internet e l’ho vista nascere: eravamo solo in cinque ed è stato molto bello perché abbiamo creato qualcosa di nuovo. Intanto scrivevo anche per un cineforum, pubblicavo in internet articoli di cinema o di televisione e ho fatto domanda per un master in audiovisivi, vincendo la borsa di studio. E quindi ho mollato il lavoro, ripreso lo studio e cominciato nel mondo della televisione, prima come redazione e poi come autore. Mi sono occupata di tantissime trasmissioni diverse, da piccoli reality a docufiction, a trasmissioni in diretta. La più famosa è “SOS Tata”, per cui collaboravo alla stesura dei contenuti. Tra una cosa e l’altra, ho contribuito alla promozione di un teatro e lavorato in uno showroom di gioielli, dal punto di vista della promozione e della vendita. E poi ho visto che apriva QVC e da lì è nato tutto.



Ti ricordi qualcosa di buffo successo in diretta?

Ne capitano tante: di dire strafalcioni, di storpiare parole… però l’episodio che ricordo di più è stato un momento, più che buffo, molto emozionante: io compio gli anni il 3 ottobre, era il 3° giorno di diretta e già allora avevo legato moltissimo con Vera e Roberta Galiazzo. E proprio loro mi hanno chiamato in diretta per farmi gli auguri, a momenti mi veniva da piangere dall’emozione.
E mi ricordo tantissimo l’anno dopo, quando mi son sposata: ogni telefonata era un augurio, una curiosità su come stavano andando i preparativi. Si sente proprio che i nostri clienti sono attenti a queste cose, ad esempio quest’estate ero in onda il giorno del mio onomastico e ogni telefonata non era per parlare del prodotto ma per farmi gli auguri: alla fine sono queste le cose belle e loro sanno essere dolcissimi.

Raccontami la tua giornata tipo.
Naturalmente siamo tutti vincolati ai turni e all’orario della messa in onda, quindi dipende molto. Al di là dell’orario di lavoro, comunque, faccio quello che fanno tutte: un po’ mi dedico alla casa, un po’ leggo, un po’ guardo la televisione o sto con le mie nipotine, che è una delle mie cose preferite perché gioco e mi diverto. Cerco sempre di concedermi almeno un’oretta di riposo pomeridiano.
Come sport faccio pilates, che è la disciplina che più amo, non per dimagrire ma per rimanere in forma, perché mi fa star bene. E poi vado in bicicletta, corro, nuoto, da ragazza ero campionessa di nuoto, a 15 anni sono arrivata seconda ai provinciali di rana.
Però solo una di queste cose alla volta, eh… sono anche molto pigra e ci sono dei giorni in cui non faccio niente. Se sono stanca mi piazzo sul divano, accendo la televisione e non mi schiodo da lì.
Ad esempio, mi piace molto leggere e seguo tantissime serie televisive.

Che libri ti piace leggere?
Sono abbastanza onnivora: passo dal giallo al saggio politico a quelli più evasivi, fantascienza o fantasy. Adesso sto leggendo un libro bellissimo che mi ha regalato Franco per il compleanno. Si intitola “L’uomo che metteva in ordine il mondo”: ha un velo di tristezza come sottofondo, però il personaggio è anche divertente, fa ridere perché si mette in situazioni ridicole. È questo binomio che lo rende speciale, secondo me.



Oltre alla lettura, quali sono le tue passioni?

Di sicuro il cinema, anche se ormai non ho più tantissimo tempo per andarci.
Vado matta per le storie di evasione, che io trovo tutte identificate nel cinema perché ti siedi al buio e ti immergi totalmente in una storia, senza neanche la fatica di leggere. E la stessa cosa accade poi nei libri, perché quando poi un libro ti piace ti immergi totalmente e non ti accorgi più di quello che sta intorno. Fondamentalmente sono una che non perde l’occasione per sentire storie, per cercare di vivere avventure attraverso le storie degli altri, ed è per questo che il cinema e la televisione, ma nel senso di narrazione televisiva, mi piace molto.
Secondo me adesso tante novità arrivano dalle serie televisive, che sono raccontate con scrittura e immagini in modo totalmente innovativo. Quelle fatte bene sono talmente coinvolgenti che è come leggere un romanzo o vedere un film, non vedi l’ora di scoprire cosa succede dopo, e questo a me intriga tantissimo.


Vedendo con l’occhio critico di chi ha studiato come si fanno, mi piace scoprire come anche la storia più banale possa essere raccontata in modo diverso. Oltre a perdermi nella storia, mi piace anche analizzarle dalla parte tecnica.
E poi adoro anche la musica, che secondo me è molto legata al cinema, perché serve insieme alle immagini a raccontare una storia, e che è la colonna sonora della mia giornata.

Che musica ascolti?
Anche lì mi piace un po’ di tutto. Mi piacciono tanto i cantautori italiani e qualcosa degli ultimi rapper, che sto scoprendo essere i nuovi cantautori. Grazie ai miei nipoti ogni tanto ascolto qualcosa che non è niente male! Tipo i Club Dogo, Fedez… sono dei bravi parolieri. E poi mi piace tantissimo il rock, più che altro indie britannico, e qualcosina di rock più pesante.
I primi album degli U2 li ho consumati e, a cavallo degli anni 90 e 2000, adoravo Beck. Ultimamente ascolto tanto rock un po’ particolare, tipo i Black Eyes e gli Editors.



Hai un messaggio per i nostri clienti?
Più che un messaggio un ringraziamento, perché sono davvero una scoperta continua. Quando poi li conosci di persona, è importante sapere che ci sono. Proprio perché in studio non abbiamo nessuno di fronte, sapere che ci seguono, che sono sempre appassionati, che sono anche critici perché è giusto che lo siano, è solo a nostro vantaggio, che continuiamo a migliorarci, e noi stessi come presentatori sappiamo che loro sono lì per noi. Tante volte anche solo per noi, perché ci facciamo compagnia a vicenda.